Caffè basso macchiato, a volte anche decaffeinato, oppure con orzo o ginseng, non disdegnando il cappuccino con crema lambente il bordo tazza, tutto a seconda delle fasi lunari o degli equinozi!

A noi il caffè piace prenderlo come ai grandi che hanno fatto la storia, ovvero:

 

Ø  preceduto da un sorso d’acqua oligominerale pura delle sorgenti del Nilo Azzurro sul Kilimangiaro o del Gange sull’Himalaya, purché povera di sodio e a temperatura di 5° Celsius, servito in bicchiere di vetro d’ambra di San Pietroburgo;

Ø  estratto da chicchi di caffè delle piantagioni ecosostenibili di Santos in Brasile o dell’isola di Java in Indonesia;

Ø  macinato a mano con macinino in legno d’ acero dei Carpazi a grana non troppo grossolana;

Ø  filtrato con acqua microbiologicamente pura della Valle Pesio, sgorgata alla sorgente a temperatura inferiore a 39 gradi Fahrenheit e con residuo fisso non oltre 24 mg/l;

Ø  macchiato con latte di mucca (non pazza, alrimenti cadono i capelli!) di razza Piemontese allevata e cresciuta in Valle Stura, munto al mattino e non oltre 48 ore prima;

Ø  dolcificato con zucchero di canna raffinato del Borneo o talvolta con miele di melata della Valle Grana; eccezionalmente con sciroppo d’agave del Messico o succo d’acero rosso del Canada;

Ø  corretto al Bicerin torinese o in alternativa con Baileys irlandese, talvolta con anice stellato della Patagonia;

Ø  decantato con elisir di pianta perenne di Panax Gingseng coltivato sulle colline del Guandong o nelle valli dello Yunnan, o anche a ridosso dei campi coltivati di bamboo del Sichuan; no tassativo a quello dello Manciuria perché un po’ aspro al palato;

Ø  cosparso di cacao amaro dell’Amazzonia, nonché topping al cioccolato fuso della Nuova Zelanda, con disegnino a forma di stellina o faccina sorridente, o talvolta con topping al mirtillo nero della Scandinavia;

Ø  servito in tazza di vetro di sabbia di Murano o di ceramica di Capodimonte con cucchiaino d’argento lavorato a mano nelle valli Aretine; talvolta in bicchierino monouso di plastica della Nuova Caledonia;

Ø  accompagnato da cuneese al Rhum di Arione dal diametro di almeno 2 cm, in alternativa da biscotto cookie inglese al cacao dolce del Madagascar, dal burro bavarese con cubetti di cioccolato al latte del Canton Ticino o fondente delle Isole Fiji dal diametro di almeno 12 cm, se non da muffin nero americano al cioccolato nero dei Caraibi, ossia da cornetto lievitato al punto giusto, indorato, sfogliato, fragrante, caldo, vuoto o ripieno a seconda dei gusti del momento, appena sfornato e leggermente fumante;

Ø  corredato di tovagliolino soffice fatto a mano in carta di riso giapponese delle coltivazioni di Yamagata, nonché di bavaglino in seta di San Leucio sciacquato in Arno ed asciugato a Pantelleria;

Ø  degustato alle ore 09:00 del Meridiano Centrale di Greenwich.

 

In fede

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